Nello studio del torace la risonanza magnetica viene utilizzata solo per controllare l’eventuale infiltrazione parietale dei tumori.
Di recente si è affacciata sul mercato una nuova metodica per lo studio del torace: l’energy subtraction.
Con essa si utilizza ancora il teleradiografo, ma grazie alla sottrazione di energia, si possono ottenere immagini dissociate solo dei tessuti molli e dei segmenti scheletrici, in aggiunta a quella standard del torace.
La sottrazione di energia può essere ottenuta sia con una solo esposizione sia con due esposizioni, interponendo tra un imaging plate e l’altro un filtro di rame.
Il seguente lavoro sulle tecniche di studio del torace con apparecchiatura energy subtraction ha il duplice scopo di illustrare una nuova metodica per lo studio dell’apparato respiratorio e di capire, in quali casi, questa può essere utile per visualizzare meglio determinate patologie o nell’evitare ulteriori esami più dispendiosi e che danno una dose di radiazioni maggiore al paziente.
Nel lavoro viene descritta l’esperienza della radiologia 2 dell’Ospedale San Antonio Abate di Gallarate (VA), dove l’apparecchiatura energy subtraction è presente da circa un anno e mezzo.
Nella nostra casistica vengono analizzati 109 toraci di pazienti provenienti dall’ambulatorio di broncopneumologia; in questo lavoro si è valutato quanto questa metodica sia utile nel migliorare il riconoscimento di noduli polmonari e di identificarne la pertinenza (polmone, tessuti molli, scheletro).
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martedì 14 novembre 2006
INTRODUZIONE - PARTE 1
L’esame radiologico dell’apparato respiratorio viene attualmente effettuato mediante la radiografia standard (rappresentazione bidimensionale dell’immagine polmonare), con la radioscopia (fornisce informazioni dinamiche degli organi in esame) e con la tomografia computerizzata.
L’ecografia, normalmente, per la presenza di aria all’interno del polmone, non può essere utilizzata nello studio delle patologie di pertinenza toracica.
E’ possibile fare uso degli ultrasuoni per differenziare un versamento massivo da una atelectasia.
La radiografia del torace ha buona risoluzione spaziale, ma ha lo svantaggio della sovrapposizione proiettiva di vari organi.
Nei casi in cui un’opacità si va a proiettare su un segmento scheletrico sorgono problemi di interpretazione per la refertazione. Spesso, infatti, per il radiologo è difficile distinguere la pertinenza propriamente polmonare da quella scheletrica di tale opacità.
La radioscopia, in determinati casi, senza costi aggiuntivi, può essere dirimente, ma con tale metodica si ha un aggravio della dose assorbita dal paziente.
La tomografia computerizzata è in grado di confermare la reale esistenza di un’eventuale opacità, e verificarne la pertinenza (parenchimale, ossea o dei tessuti molli).
Tale metodica ha lo svantaggio di somministrare una dose di radiazioni elevata al paziente.
L’ecografia, normalmente, per la presenza di aria all’interno del polmone, non può essere utilizzata nello studio delle patologie di pertinenza toracica.
E’ possibile fare uso degli ultrasuoni per differenziare un versamento massivo da una atelectasia.
La radiografia del torace ha buona risoluzione spaziale, ma ha lo svantaggio della sovrapposizione proiettiva di vari organi.
Nei casi in cui un’opacità si va a proiettare su un segmento scheletrico sorgono problemi di interpretazione per la refertazione. Spesso, infatti, per il radiologo è difficile distinguere la pertinenza propriamente polmonare da quella scheletrica di tale opacità.
La radioscopia, in determinati casi, senza costi aggiuntivi, può essere dirimente, ma con tale metodica si ha un aggravio della dose assorbita dal paziente.
La tomografia computerizzata è in grado di confermare la reale esistenza di un’eventuale opacità, e verificarne la pertinenza (parenchimale, ossea o dei tessuti molli).
Tale metodica ha lo svantaggio di somministrare una dose di radiazioni elevata al paziente.
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