lunedì 18 dicembre 2006

BIBLIOGRAFIA

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DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Con la sottrazione di energia due imaging plate vengono esposti a differenti livelli energetici di raggi X e, in tal modo, si ottengono due immagini, una bassa energia e una ad alta energia, che subiscono una sottrazione allo scopo di cancellare la parte di immagine che ha una specifica caratteristica di assorbimento.

Si ottengono, così, due immagini, una dei tessuti molli e una dei tessuti scheletrici, a cui vengono cancellate rispettivamente la parti ossee e quelle molli.

Il processo di sottrazione di energia può avvenire con singola oppure con doppia esposizione.

Nella doppia esposizione, si ottengono due immagini con una sola preparazione e due emissioni di raggi X a diversi livelli di energia (110-150 kv e 60-80 Kv) e a distanza di 200 millisecondi.

Con la doppia energia, il grosso svantaggio è che al secondo imaging plate arriva una così bassa dose che l’immagine risulta granulosa.

Un apposito algoritmo di calcolo consente la completa cancellazione del tessuto osseo e di quello molle e riduce il rumore.

Questa prima soluzione ha lo svantaggio di aumentare leggermente la dose al paziente. Il problema principale di questa tecnica, nonostante l’utilizzo di appositi software per ridurlo, è l’artefatto dovuto al movimento del cuore.

Per ovviare al problema dovuto al movimento degli organi cardiaci è stata inventata la tecnica a singola esposizione.

Con questa tecnica la sottrazione di energia si ottiene con una sola esposizione e l’interposizione di un filtro di rame tra due imaging plate.

Con questa metodica i raggi X raggiungono il primo plate e lo impressionano, passano attraverso il filtro di rame che determina la scissione energetica e, quindi, arrivano al secondo plate con bassa energia.

Con entrambe le metodiche, oltre alle immagini sottratte, è disponibile anche l’immagine standard.

Inoltre, per migliorare il rumore, gli imaging plate hanno due superfici sensibili (dual side reading).

La parte superiore è sensibile alle alte frequenze spaziali, mentre l’inferiore a quelle basse.
I dati rilevati dai due lati dell’imaging plate vengono sommati.

Con tali plate migliora il rapporto segnale/rumore e quindi la qualità delle immagini.
In definitiva, possiamo dire che la radiografia del torace eseguita con tecnica a sottrazione di energia può essere un aiuto nella refertazione dell’esame.

Questa metodica, infatti, grazie alla sottrazione di energia, fornisce a chi deve refertare, oltre all’immagine standard, anche quelle ossea e dei tessuti molli.

Con il solo radiogramma standard un’opacità che viene a proiettarsi su una costa può dare problemi di interpretazione; per evitare un approfondimento diagnostico mediante l’utilizzo di altre metodiche più sofisticate e costose è possibile ricorrere a tale metodica che, grazie alla sottrazione di energia, fornisce immagini dissociate dei tessuti molli e dei segmenti scheletrici.

Per quanto riguarda i noduli polmonari, si può dire che il radiogramma del torace con sottrazione di energia permette una migliore visualizzazione soprattutto quando questi sono di piccole dimensione, non facilmente apprezzabili o a basso contrasto.

Le immagini a sottrazione di energia sono, infine, utili nel riconoscere tutta una serie di altre patologie (masse mediastiniche e ilari, il restringimento tracheale, le malattia vascolari, le anomalie della pleura e della gabbia toracica) e nel localizzare stents e cateteri.

La metodica, in alcuni casi, potrebbe essere utilizzata per tenere sotto controllo i noduli fibrotici, evitando ripetute tomografie computerizzate e, quindi, risparmiando dose al paziente.

In relazione alla nostra esperienza possiamo, quindi, concludere affermando che:
- nei noduli macroscopici la sottrazione di energia non dà informazioni aggiuntive;
- nei noduli più piccoli e a basso contrasto, l’immagine dei tessuti molli è di grande aiuto per il radiologo perché li visualizza meglio e, quindi, risolve i dubbi;
- nelle opacità nascoste da strutture scheletriche (coste, clavicole) le due immagini sottratte permettono al radiologo di comprendere se si tratta di calcificazioni o noduli.

CAPITOLO IV - LETTERATURA

All’inizio di questo anno J.E. Khulman, J. Collins, G.N. Brooks, D.R: Yandow e L.S. Broderick nel lavoro “Dual-energy subtraction chest radiography: what to look for beyond calcified nodules” dimostravano che la sottrazione di energia è un potente mezzo per migliorare la capacità di rilevare esattamente un’ampia varietà di anomalie toraciche sulle immagini postero-anteriori e laterali del torace.

La radiografia del torace con sottrazione di energia rispetto alla radiografia convenzionale ha molti vantaggi che facilitano l'interpretazione delle immagine.

Il vantaggio principale di questa tecnica di formazione delle immagini è che descrive più chiaramente la calcificazione e aiuta nel caratterizzare i noduli polmonari.

Le immagini a sottrazione di energia sono, inoltre, utili nel riconoscere le masse mediastiniche e ilari; nel rilevare il restringimento tracheale e le malattie vascolari; nell'identificare le anomalie della pleura e della gabbia toracica e nel localizzare stents e cateteri.

Nel settembre del 2005 M. Uemura / M. Miyagawa / Y. Yasuhara / T. Murakami / H. Ikura / K. Sakamoto / H. Tagashira / (...) / T. Mochizuki ebbero come scopo del loro studio “Clinical evaluation of pulmonary nodules with dual-exposure dual-energy subtraction chest radiography“ valutare il miglioramento nel rivelare i noduli polmonari da parte della radiografia a sottrazione di energia a doppia esposizione rispetto a quella tradizionale.

Furono selezionati 100 pazienti, 52 con noduli polmonari e 48 con polmoni normali. Dieci radiologi valutarono sia le radiografie con sottrazione di energia sia quelle standard.

La rivelabilità media dei noduli polmonari fu nettamente superiore con la radiografia a sottrazione di energia rispetto alla convenzionale.

Nel maggio del 2002 Hirosci Mogami del dipartimento di radiologia del National Shikoku Cancer Center dimostrò che le apparecchiature energy subtraction danno il 10% in più di informazioni e facilitano la scelta dell’eventuale esame di approfondimento.

Per dimostrare ciò, utilizzo cinque radiologi che lessero le immagini standard su diafanoscopio e quelle a sottrazione di immagine a monitor di refertazione.

Le immagini erano 1447 di 767 pazienti.

Furono riscontrate 241 anomalie (noduli, masse, infiltrazioni dovute a fratture ossee, ispessimenti e calcificazioni pleuriche, noduli linfatici, masse mediastiniche).

Nel 1999 C Kimme-Smith / D L Davis / M McNitt-Gray / J Goldin / E Hart / P Batra / T D Johnson nello studio “Computed radiography dual energy subtraction: performance evaluation when detecting low-contrast lung nodules in an anthropomorphic phantom” dimostrarono che anche la radiografia a sottrazione di energia a singola esposizione è superiore a quella convenzionale nel rilevare i noduli a basso contrasto.

Per dimostrare ciò utilizzarono un fantoccio antropomorfo contenente immagini che simulavano noduli a basso contrasto.

Il fantoccio fu radiografato 53 volte con tre tecniche differenti e le radiografie furono interpretate da tre radiologi.

T. Tagashima nel lavoro “Clinical evaluation of single-exposure dual-energy subtraction chest radiography: with FCR 9501 ES” utilizzò un apparecchio a sottrazione di immagini a singola esposizione e confermò l'utilità clinica di questa metodica in 66 dei 1.031 pazienti (6.4%) sottoposti a radiografia del torace con tale metodica.

Egli notò che alcune immagini dei tessuti molli erano utili per rilevare i noduli parenchimali che erano sovrapposti all’ombra della costa e che alcune immagini dei tessuti molli servivano per diagnosticare più precisamente l’esistenza di coste anormali, noduli e linfonodi calcifici.

Le immagini ossee erano, inoltre, utili per assicurarsi che le fini ombre infiltrative nei campi polmonari delle immagini originali erano realmente calcificazioni della pleura e che le opacità nodulari mal definite erano, in realtà, calcificazioni costali.

Grazie alla sottrazione di energia, nel 2004 R.E. Alvarez nel lavoro “Lung field segmenting in dual-energy subtraction chest X-ray images” riuscì a trovare un metodo più accurato e preciso del precedente per delineare i contorni dei campi polmonari.

Egli sfruttava le caratteristiche della sottrazione di energia per migliorare la prestazione nel suddividere i campi polmonari.

Per ottenere ciò, fece uso di 30 immagini sottratte dei tessuti molli del polmone.

Immagine standard e sottratta di esiti da tubercolosi




In un paziente con un grossa opacità all’apice del polmone di destra in cui vi era il dubbio che si trattasse di esiti da tubercolosi, non solo si è chiarito il dubbio, ma si sono viste anche delle altre cavità sul polmone omolaterale difficilmente visibili altrimenti

Immagini di un nodulo nascosto da costa e clavicola







giovedì 14 dicembre 2006

IMMAGINE DI NODULO NASCOSTO DALLE COSTE




III.2 Casistica

Nel reparto di radiologia 2 di Gallarate (VA) dal 1 settembre al 22 settembre 2006 sono stati eseguiti 295 toraci con apparecchiatura energy subtraction per 15 giorni lavorativi.

In particolare sono stati eseguiti radiogrammi del torace a:
1) 159 pazienti interni;
2) 18 pazienti appartenenti al progetto PRE.DI.CA.;
3) 109 pazienti inviati dall’ambulatorio di broncopnumologia o della medicina preventiva;
4) 9 AVIS.

Nel nostro studio sono stati presi in esame radiogrammi eseguiti a pazienti dall’ambulatorio di pneumologia, in quanto sono sempre accompagnati da radiogrammi precedenti e da una scheda valutativa; sono, quindi meglio inquadrati dal punto di vista clinico-radiologico.

Questi pazienti sono sottoposti a visita pneumologica ed eventuale radiografia del torace.

Nel nostro studio, l’esecuzione di radiogrammi con tecnica a sottrazione di energia ha permesso di identificare:
- 2 noduli nascosti dalle coste;
- 1 nodulo nascosto dalla costa e dalla clavicola;
- 1 nodulo retrocardiaco;

III.1.2 Proiezione latero-laterale

Posizione del paziente: in stazione eretta o seduto e in laterale, in modo che appoggi, generalmente, il fianco sinistro (per evitare l’ingrandimento del cuore). Il capo deve essere leggermente alzato. Le braccia devono essere sollevate, tenendo con le mani i gomiti o gli avambracci.

Direzione del raggio centrale: orizzontale.

Punto di incidenza: sull’ascellare media all’altezza degli apici delle scapole.

III.1.1 Proiezione postero-anteriore

Posizione del paziente: in stazione eretta o seduto con appoggio della parte anteriore del torace alla cassetta radiografica; le mani sono poste con il dorso sui fianchi, spingendo garbatamente in avanti i gomiti (con questa manovra le scapole scivoleranno verso l’esterno senza venire a proiettarsi sulla trasparenza dei campi polmonari).

Direzione del raggio centrale: orizzontale. Si devono usare radiazioni dure per sfondare le strutture opache del torace e tempi brevi per ottenere radiogrammi fermi. Il tubo è posto in teleradiografia (180-200cm) per evitare l’ingrandimento del cuore, che maschererebbe maggiormente i polmoni.

Incidenza del raggio: Nel punto di mezzo della linea che unisce gli apici delle scapole.

L’ENERGY SUBTRACTION ALL’OSPEDALE DI GALLARATE

Nel reparto di radiologia 2 dell’ospedale di Gallarate (VA) è presente un’apparecchiatura energy subtraction (fig..3.1 e 3.2).

E’ stata installata dal marzo del 2005.

Si tratta di un Fuji Computer Radiography (FCR) XU-D1 ed è un sistema CR avanzato.

Con questo apparecchio si ottiene la sottrazione di energia con una singola esposizione.

Questo permette l’utilizzo di un tubo radiogeno tradizionale.

Il teleradiografo con annessa la possibilità dell’ Energy subtraction esegue una media di 48 toraci al giorno, circa 10560 toraci.

Gli esami vengono programmati a distanza di dieci minuti uno dall’altro.

Al mattino vengono eseguiti i pazienti interni che riescono a rimanere in ortostasi, mentre al pomeriggio vengono eseguiti pazienti esterni.

I pazienti esterni eseguiti con tale metodica sono:
- i PRE.DI.CA
- gli AVIS;
- quelli dell’ambulatorio di broncopnemologia;
- quelli della medicina preventiva.

Saltuariamente pazienti che hanno eseguito radiogrammi del torace in altre diagnostiche e che, nella loro refertazione sono sorti dei dubbi, vengono sottoposti ad un nuovo radiogramma del torace con apparecchiatura energy subtraction.

Alcuni pazienti che presentano una patologia da seguire periodicamente (es. nodulo fibrotico) e che sono stati sottoposti a tomografia computerizzata per follow up, vengono sottoposti anche a radiografia del torace con apparecchiatura energy subtraction.

Si valuta, in tal modo, la possibilità di eseguire i successivi controlli con tale metodica.

Effettivamente è stato riscontrato che in alcuni casi ciò è possibile, risparmiando dose al paziente e risparmiando sui costi.

Tutti i pazienti devono essere collaboranti e devono rimanere in piedi per il tempo necessario all’esecuzione della radiografia.

Il tempo di esame è ridotto rispetto alle altre diagnostiche da quindici a dieci minuti, perché i pazienti sono tutti autosufficienti e in questa diagnostica non c’è più il problema dello sviluppo.
Le radiografie, infatti, eseguendo una semplice manovra di invio, escono automaticamente dalla sviluppatrice digitale.

Il progetto PRE.DI.CA è sponsorizzato dal Lions Club di Varese ed è a sfondo privato.
Ha lo scopo di diagnosticare precocemente il carcinoma al polmone.

E’ rivolto ai fumatori con più di dieci sigarette al giorno e agli ex-fumatori che hanno smesso da meno di dieci anni.

E’ volontario e gratuito.

Nell’ambito di tale progetto, ai fumatori o ex-fumatori vengono eseguite la visita pneumologica e la radiografia del torace.

Vengono, infine, eseguiti radiogrammi del torace periodicamente ai donatori di sangue (AVIS).

martedì 12 dicembre 2006

ALTRE METODICHE

La radioscopia viene eseguita sempre dopo la radiografia, qualora sorgano dubbi sulla diagnosi.

Attraverso il movimento del paziente, per mezzo della radioscopia, si possono dissociare strutture anatomiche sovrapposte, valutare le calcificazioni, riconoscere false immagini e valutare anche il movimento degli emidiaframmi e del cuore.

La radioscopia, comunque, eroga una dose al paziente non trascurabile e non lascia traccia documentabile di ciò che si è visto.

L’ecografia non è utilizzata nello studio del torace, perché la presenza di aria nel polmone ostacola il passaggio degli ultrasuoni.

Può essere utilizzata per differenziare un versamento massivo da un’atelectasia o nel pneumotorace (con sonde intracostali).

La risonanza magnetica è una metodica mutiplanare, che, quindi fornisce immagini sui tre piani dello spazio, utilizzando onde radio e campi magnetici.

La risonanza magnetica è utilizzata solo per lo studio dell’infiltrazione parietale dei tumori, soprattutto all’apice.

TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA

La tomografia computerizzata fornisce immagini corrispondenti alle sezioni del corpo esaminate utilizzando raggi X.

Questo metodica fornisce immagini native in sezione assiale e poi tramite le ricostruzioni si possono avere sezioni saggitali e coronali.

Esistono quattro generazioni di T.C.

La più recente è quella di quarta generazione.

In essa sono presenti un numero di rivelatori. che va da 1200 a 4800, disposti su uno corona circolare fissa e il fascio radiogeno che ha un ampiezza di 40-50 gradi e ruota per 360 gradi.
Oggi si utilizza anche la tomografia computerizzata spirale che è caratterizzata dall’emissione continua del fascio radiogeno accompagnata dal movimento del lettino, per avere in un’unica apnea respiratoria e, quindi, in tempi brevi intere regioni anatomiche.

Per lo studio della patologia polmonare la tomografia computerizzata è ancora la metodica di eccellenza.

Questa metodica, infatti, ha un elevata risoluzione di contrasto che permette di osservare rilievi anatomici con elevata precisione.

Tale metodica consente di avere una visione panoramica e, quindi, di vedere lesioni in distretti mal esplorabili con il radiogramma del torace standard.

Consente, infine, di fare una diagnosi precoce di numerose patologie rispetto alla radiografia del torace.

Per lo studio del torace si può eseguire:
- T.C. convenzionale dagli apici alle basi con strati di 5-10mm.
- T.C. ad alta risoluzione con strati di 1-2mm, che si differenzia dalla precedente per la matrice ed il filtro di convoluzione utilizzato (ad alta frequenza spaziale).
- T.C. spiroidea che con una singola apnea ci consente di acquisire tutto il volume toracico.

Il problema delle tomografia computerizzata, soprattutto quella ad alta risoluzione, è l’elevata dose somministrata al paziente.

Per questo motivo viene utilizzata come metodica di secondo livello.

II.9 Dose al paziente

In un radiogramma del torace eseguito con la tecnica a sottrazione di energia la dose somministrata al paziente è di poco superiore a quella somministrata con un radiogramma standard.

In particolare, nel sistema a doppia esposizione la dose è leggermente superiore, mentre in quello a singola esposizione, il paziente assorbe una quantità di radiazione paragonabile a quella che riceverebbe con un torace standard.

lunedì 11 dicembre 2006

CALCIFICAZIONE COSTALE



E un esempio di una calcificazione costale.

Immagine standard, dei tessuti molli e ossea di una calcificazione costale


TUMORE POLMONARE NASCOSTO DALLE COSTE


Tumore polmonare di difficile interpretazione poiché nascosto dalle coste.

Tre immagini di un tumore polmonare nascosto dalle coste (standard, dei tessuti molli e ossea)




VISUALIZZAZIONE DELLE IMMAGINI - PARTE SECONDA


La produttività di queste apparecchiature è elevata anche se, utilizzando la sottrazione di energia, si producono meno radiogrammi rispetto a quando si utilizza la macchina in maniera tradizionale.

Nelle immagini soprastanti si può notare come la calcificazione si veda nell’immagine ossea e nel torace standard, mentre non si nota in quella per i tessuti molli.

domenica 10 dicembre 2006

II.8 Visualizzazione delle immagini - PARTE PRIMA






Le apparecchiature energy subtraction possono disporre dei formati standard (35x43 cm, 35x35 cm, 24x30 cm e 18x24 cm), ma anche di altre misure (43x43 cm, 43x35 cm e 18x43 cm) lavorando in modalità tradizionale.

Se, invece, si vuole lavorare con la sottrazione di immagine i formati sono: 35x43 cm e 26x36 cm.

Nel formato 26x36 cm si possono avere visualizzate contemporaneamente le tre immagini (standard, dei tessuti molli e ossea), in tal caso la prima sarà più grande delle altre, oppure due immagini uguali (standard/ossea, standard/tessuti molli, osseatessuti molli).

sabato 9 dicembre 2006

II.7 Rilevazione dell’immagine

I fotoni emessi dal tubo a raggi X attraversano il corpo umano e vengono in parte attenuati.

L’attenuazione sarà maggiore nei tessuti più radioopachi.

Si viene, cosi a creare un’immagine latente.

Un raggio laser fa la scansione del plate e invia i dati alla console.

Il terminale associa i dati immagine rilevati al paziente e all’indagine radiologica.

In base, poi, alla voce di menù scelta, il computer elabora le immagini.

Gli algoritmi di elaborazione sono ottimizzati per ogni tipo di esame.

II.6 la console

L’apparecchiatura energy subtraction, oltre al tavolo di comando per impostare Kv, mA, tempo, ecc., è costituita da una console.

Nella console viene inserito il nome del paziente, altre caratteristiche anagrafiche e il tipo di esame che deve eseguire (rx torace – addome – segmento scheletrico).

Si può fare un programma di lavoro, inserendo tutti i nomi dei pazienti per richiamarli quando debbono eseguire la radiografia.

L’inserimento dei pazienti può essere fatto con carta magnetica o tramite tastiera.

Nel caso sia presente un RIS il tecnico di radiologia può richiamare i pazienti prenotati.

Una volta eseguito l’esame, le immagini sono disponibili al monitor della console in modo da poter valutare la corretta esposizione e la centratura.

E’ possibile eseguire un processing manuale delle immagini, oltre a quello automatico dell’apparecchiatura.

La immagini a questo punto vengono inviate in rete e memorizzate sull’hard disk della console per una successiva analisi.

La console può permettere la conversione delle immagini in formato Jpeg.

II.5 Dual side reading



Per migliorare l’efficienza di utilizzo dei raggi X si può aumentare lo spessore dello strato dei fosfori fotostimolabili, ma oltre un certolimite si ha il fenomeno di saturazione.


Si può, inoltre, utilizzare un plate che sia sensibile alla radiazione da entrambi i lati (dual side reading) e che abbia un supporto trasparente.


In questo tipo di rilevatori i detettori sono posizionati su entrambi i lati dell’imaging plate.
Il plate superiore è sensibile alle alte frequenze spaziali, mentre l’inferiore contiene maggiori informazioni riguardanti le basse frequenze spaziali.


I dati rilevati dai due lati dell’imaging plate possono essere sommati. Il processo di somma è basato sull’utilizzo di un filtro spaziale.


Si deve utilizzare il filtro spaziale e non una semplice somma o media pesata, perché i due lati del plate hanno caratteristiche di rumore diverse.


Con il filtro spaziale la risposta del sistema è ottimizzata su tutte le frequenze spaziali.


Utilizzando degli imaging plate dual side reading ad elevato spessore con supporto trasparente si può migliorare l’efficienza di detezione quantica (DQE) del 30-40%.


In definitiva, con tali imaging plate migliora il rapporto segnale/rumore e quindi la qualità delle immagini.

giovedì 7 dicembre 2006

II.4 Singola esposizione

La tecnica a singola esposizione è stata creata per ovviare all’artefatto dovuto al movimento degli organi cardiaci.

Con un’unica emissione di raggi X, si ottiene la sottrazione di energia, grazie all’interposizione di un filtro di rame tra i due imaging plate.

La radiazione X raggiunge il primo plate e lo impressiona, passa, poi, attraverso il filtro di rame che determina la scissione energetica e, infine, arriva al secondo plate con bassa energia.

Il vantaggio di questa metodica è che elimina l’artefatto da movimento.

Lo svantaggio, invece, è che al secondo imaging plate arriva una così bassa dose che l’immagine risulta granulosa.

La granulosità dell’immagine è presente soprattutto alle basi e nei pazienti obesi nei radiogrammi del torace.

Si stanno sviluppando dei software per compensare la mancanza di dose e, quindi, migliorare la granulosità dell’immagine.

Con questo sistema si utilizzano più plate (es tre) delle dimensioni 43 x 43 cm.
Può, tuttavia, essere selezionata un’area di lettura inferiore (es 18 x 24 cm).
I plates ruotano all’interno del sistema.

Ogni plate è costituito da uno strato protettivo, da uno di fosfori fotostimolabili e da un supporto trasparente.

Inoltre, per migliorare il rumore gli imaging plate possono essere a doppia lettura e, quindi, hanno due superfici sensibili (dual side reading)..

martedì 5 dicembre 2006

II.3 Doppia esposizione

Il metodo più semplice è quello della doppia esposizione.

L’intervallo di tempo tra un esposizione e l’altra è di 200 millisecondi.

Le due esposizioni dovranno avere due diversi livelli di energia.

L’immagine ad alta energia (immagine ossea) sarà ottenuta con 110-150 kVp, mentre quella a bassa energia (immagine del tessuto molle) con 60-80 kvp.

Queste vengono acquisite automaticamente l’una dietro l’altra con una singola preparazione.
Un apposito algoritmo di calcolo consente la completa cancellazione del tessuto osseo e dei tessuti molli con riduzione del rumore.

Oltre alle immagini sottratte è disponibile per il radiologo anche il radiogramma standard.

Il vantaggio principale di tale metodica è l’acquisizione di maggiori informazioni dall’immagine (in particolar modo sulle calcificazioni) e, quindi, la riduzione del numero delle indagini di follow up.

Gli svantaggi sono dovuti a un modesto aumento della dose per il paziente e a problemi legati al movimento del cuore e dei vasi sanguigni.

lunedì 4 dicembre 2006

ENERGY SUBTRACTION

Il processo di sottrazione di immagine consiste nell’esporre due imaging plate a differenti livelli energetici di raggi X e ottenere due immagini una a bassa e una ad alta energia, che subiscono una sottrazione allo scopo di cancellare la parte di immagine che ha una specifica caratteristica di assorbimento.

Si ottiene, così, un’immagine, a cui viene sottratta la parte scheletrica, con solo le parti molli e una con solo le parti ossee, a cui vengono sottratte quelle molli.

Lo scopo di questo processo è quello di ottenere informazioni diagnostiche maggiori rispetto all’esame tradizionale; per esempio, verificare la reale pertinenza di un’opacità nodulare qualora vada a proiettarsi su una costa in un radiogramma del torace.

Questo sistema può essere utilizzato per effettuare numerosi esami (rx torace,rx addome, rx colonna, bacino, ecc.) con il paziente in ortostasi.

Il processo di energy subtraction può essere effettuato tramite due modalità: con singola o doppia esposizione.

domenica 3 dicembre 2006

II.2.2.1 Selenio amorfo



Elemento chimico con simbolo Se, peso atomico 78,96 e numero atomico 34 posizionato alla terzultima casella a destra della tavola periodica degli elementi.

Assai scarso in natura si calcola che costituisca una percentuale di dieci alla meno cinque in peso della crosta terrestre.

Quando è reso puro da piriti e da altri solfuri di metalli pesanti da raffinazione elettrolitica, esso si presenta in uno stato di cristallizzazione.

Il selenio metallico ha carattere di semiconduttore e gode della proprietà di aumentare di oltre 100 volte la sua conducibilità elettrica quando viene colpito dalla luce, tanto che viene impiegato nella costruzione dei semiconduttori per le proprietà della conduttività asimmetrica che esso presenta.

Il selenio amorfo è lo stato di aggregazione in cui una sostanza non viene ad essere costituita da un raggruppamento periodico e ordinato di atomi, ioni o molecole, come, invece, avviene nei cristalli.

L’amorfizzazione è il trattamento volto a rendere amorfo un materiale normalmente presente allo stato cristallino.

Una tecnica di amorfizzazione è quella di fondere con una luce laser uno strato di pochi micron, poi con una rapida solidificazione per contatto con lo stesso corpo metallico, non si da tempo al reticolo cristallino di formarsi.

Il selenio amorfo è un buon isolante e viene usato come materiale fotoconduttore per le sue eccellenti proprietà di rilevazione dei raggi X e per la sua elevatissima rilevazione spaziale intrinseca.

Quando viene applicata una tensione di polarizzazione ai capi del detettore le proprietà di fotoconduzione del selenio amorfo fanno si che la radiazione incidente, generi direttamente cariche elettriche nello stato di selenio.

Durante l’assorbimento dei raggi X da parte del rivelatore, le cariche elettriche, muovendosi lungo le linee di campo elettrico, vengono rilevate direttamente dagli elettrodi della matrice, e quindi convertite in segnale digitale.

sabato 2 dicembre 2006

II.2.2 Sistema DR



I vantaggi di un sistema DR possono essere:
- per il paziente:
1) riduzione della dose;
2) riduzione del tempo d’esame;
3) minor ripetizioni e richiami;
4) il tecnico non si allontana mai dalla sala e, quindi, controlla sempre il paziente;
- per il medico:
1) invio automatico delle immagini verso sistemi DICOM;
2) refertazione più rapida.

Con tale sistema si ha un aumento della produttività, in quanto non esistono più cassette e chimici; si ha l’elaborazione automatica delle immagini e l’integrazione con sistemi RIS/PACS. Vi è riduzione dei costi interni perché diminuisce il tempo di esame, il numero di ripetizioni, è possibile la riduzione del numero dei films e migliora il flusso di lavoro.

Gli svantaggi sono una minore risoluzione spaziale e l’impossibilità di eseguire esami a pazienti in carrozzina.

I sistemi digitali diretti si dividono in:
1) a scansione lineare;
2) ad ampia superficie attiva o passiva.

Il sistema digitale a scansione lineare è costituito da un singolo rivelatore, in genere germanato di bismuto, che converte l’energia dei raggi X in energia luminosa.

Al rivelatore è associato un fotodiodo che converte la luce in segnale elettrico.

L’insieme rivelatore-fotodiodo è accoppiato a un fascio di raggi x “a pennello” che esegue una scansione bidimensionale della ragione anatomica da studiare in tempi di pochi secondi.

La risoluzione spaziale di questo sistema è condizionata dalle dimensioni del rivelatore, che può raggiungere 0.25 mm 2.

Il sistema diventa più efficiente se si utilizza un fascio di raggi X “a ventaglio” e una serie di rivelatori accoppiati al fotodiodo.
Il numero di rivelatori può essere di alcune migliaia. In tal caso si ha una risoluzione spaziale buona.

Questo sistema è utilizzato nello scanogramma T.C. e, con apposite varianti, in radiologia toracica.

I sistemi attivi ad ampia superficie sono costituiti da una telecamera ad alta risoluzione e da un intensificatore elettronico di luminosità.

Sono utili per lo studio di organi in movimento perché le immagini vengono fornite “in tempo reale”.

Nei sistemi passivi ad ampia superficie il rivelatore può essere elettrostatico o fotoemitttente.

Nel primo caso, una lastra di selenio viene esposta ai raggi X.
L’immagine che si viene a formare su di essi viene sottoposta a scansione da parte di microelettrometri contigui.

Vengono così a crearsi segnali che possono essere digitalizzati.
I sistemi a rivelatori fotoemittenti sono costituiti da una griglia fissa 35 x 43 cm, costituita da milioni di transistor a strato sottile.

Ogni transistor è ricoperto da selenio amorfo.

Quando la piastra viene esposta ai raggi x, il selenio amorfo si caricherà elettricamente.

La carica elettrica verrà trasmessa e accumulata in ogni transistor.
Il calcolatore, quindi, permetterà la visualizzazione dell’immagine sul monitor.

Con queste piastre aumenta l’efficienza di rivelazione, la risoluzione spaziale e diminuisce il rumore.

Eseguendo l’esame della colonna cervicale con il sistema DR, i dati esposimetrici sono: 73Kv e 0.8mAs con notevole riduzione della dose rispetto al sistema precedente.

giovedì 30 novembre 2006

II.2.1 Sistema CR


Il sistema CR è una tecnologia che presenta i seguenti vantaggi:
- è facilmente integrabile, perchè i cambiamenti rispetto al sistema analogico sono minimi;
- non sono necessari cambiamenti alle diagnostiche;
- può servire più diagnostiche;
- è utilizzabile per tutte le applicazioni radiologiche;
- ha maggiore latitudine di posa;
- è possibile l’imaging processing, che migliora la qualità dell’immagine;
- è possibile riprodurre molteplici stampe originali;
- è possibile l’accesso remoto alle immagini;
- è un primo passo verso la radiologia digitale e il PACS (archiviazione e gestione immagini).


Gli imaging plate sono costituti da:
- copertura che fa da strato protettivo;
- fosfori;
- supporto;
- cellulosa;
- piombo;
- alluminio con struttura a nido d’ape.


Il fosforo utilizzato è prevalentemente fluorobromuro di bario all’europio, che sfrutta il fenomeno della fluorescenza.


I plate vengono esposti alle radiazioni X e si crea ,così, l’immagine latente.


Tale immagine viene, poi, introdotta, attraverso la cassetta, nel CR.


All’interno del sistema la cassetta viene prelevata ed esposta al laser.


Il laser induce il fenomeno della luminescenza.


Avviene, poi, la detezione della luce, la conversione analogica/digitale, l’eventuale rielaborazione delle immagini, la cancellazione del plate, che sarà così pronto per un nuovo utilizzo, e il ritorno del plate nella stessa cassetta.


Durante questo processo niente tocca lo schermo e non si ha nessuna usura da trasporto.


Con il sistema CR, una colonna cervicale viene eseguita con i seguenti dati esposimetrici: 70Kv e 32mAs.

martedì 28 novembre 2006

II.2 Sistema digitale



Un sistema digitale ha due caratteristiche: la variabile rappresentata deve essere digitale e le dimensioni delle unità elementari devono essere finite.

Un’immagine digitale non può diventare analogica, dato che questa ultima ha maggior risoluzione spaziale e i dati mancanti alla prima non possono essere aggiunti.

Un altro svantaggio del processo di digitalizzazione, oltre all’inferiore risoluzione spaziale, è la necessità di disporre di computer con notevoli capacità di memoria.

I vantaggi di tale sistema sono: la possibilità di elaborare le immagini e di digitalizzarle e, quindi, archiviarle.

Nel sistema digitale le immagini sono costituite da una matrice di numeri corrispondenti alle varie densità radiografiche.

La matrice è costituita da pixel, che l’elemento unitario dell’immagine.

La risoluzione spaziale di un’immagine digitale è inversamente proporzionale alla dimensione del pixel.

Più piccolo è il pixel, maggiore sarà la risoluzione spaziale.

I sistemi digitali sono costituiti da:
- un tubo a raggi X;
- un sistema di rivelazione;
- un sistema di registrazione;
- un computer;
- un sistema di visualizzazione;
- un sistema di archiviazione.

L’ apparecchiatura digitale può essere costituita da cassette mobili o imaging plate (Computer Radiography o sistema CR) o da una griglia fissa (Direct radiography o sistema DR).

lunedì 27 novembre 2006

II.1 Sistema analogico



Un sistema analogico per la rivelazione delle immagini deve soddisfare due condizioni: la variabile rappresentata nell’immagine deve essere analogica e le dimensioni delle sue unità elementari devono essere infinite (immagine continua).


Un’immagine è analogica perché, nell’intervallo tra la trasparenza assoluta e l’opacità assoluta può assumere qualunque valore numerico.


Il diametro dei granuli di bromuro di argento è di 0.002 mm ed è infinitesimo in riferimento al potere di risoluzione dell’occhio che è di 0.1 mm.


Un’immagine analogica può essere trasformata in un immagine digitale.


Con la digitalizzazione dell’immagine, tramite scanner, si perde in risoluzione spaziale, ma si può elaborare l’immagine ed effettuare la sua archiviazione in maniera digitale.


Tale sistema è caratterizzato dall’utilizzo di cassette con pellicole analogiche.


All’interno della cassetta ci sono delle pellicole radiografiche contenenti granuli di bromuro di argento dispersi in gelatina animale (emulsione).


L’emulsione è ricoperta da uno strato protettivo, stesa su uno strato di cellulosa o poliestere e si trova su entrambe le facce della pellicola.


Per effetto dei raggi X il bromuro di argento si decompone e libera argento metallico puro, opaco alla luce.


Si crea così l’immagine latente che per diventare visibile dovrà essere sottoposta al processo di sviluppo.


Allo sviluppo fa seguito il fissaggio per eliminare il bromuro di argento che non ha interagito con i fotoni X , il lavaggio e l’essicamento.


Il fenomeno così descritto è a scarso rendimento.


Ecco perché la pellicola viene compressa tra due schemi di rinforzo fluorescenti, che cattureranno i fotoni e li convertiranno in fotoni luminosi a elevato rendimento.


In tal modo, la quantità di fotoni X che servirà per annerirete la pellicola potrà essere ridotta da 10 a 100 volte.


Gli schemi di rinforzo sono costituiti da: uno strato di supporto, uno strato riflettente che ha la funzione di recuperare i fotoni che altrimenti passerebbero attraverso il supporto, uno strato fluorescente ed uno strato protettivo.


Gli schermi di rinforzo attuali utilizzano come fosfori elementi delle cosiddette “terre rare”, tra cui l’ossisolfuro di gadolinio.


Gli schermi alle terre rare, a parità di definizione, hanno un rendimento 6-8 volte superiore a quelli al tungstato di calcio, usati in passato.


La cassetta ha funzione di protezione dalla luce.


Associata alla cassetta vi è una griglia, che è indispensabile nella tecnica a raggi duri.


Oggi si utilizzano i Potter-Bucky (griglie mobili), perfettamente bilanciati con il tubo radiogeno.

domenica 26 novembre 2006

CAPITOLO II - IL TELERADIOGRAFO

Il teleradiografo è un’apparecchiatura utilizzata per eseguire radiogrammi con elevata distanza fuoco-film (circa 2m).

Può essere utilizzato per lo studio della colonna in toto, ma in genere viene usato per la radiografia del torace.

E’ generalmente asservito a un tubo su stativo a pavimento o pensile.

Con la teleradiografia il fenomeno dell’ingrandimento sulle immagini radiografiche diventa trascurabile.

La distanza fuoco-film elevata ha importanti effetti anche sulla sfumatura geometrica che viene notevolmente ridotta.

Il teleradiografo per la rilevazione dell’immagine può utilizzare sistemi analogici o digitali.

giovedì 23 novembre 2006

IL MEDIASTINO

Il mediastino compare sul radiogramma standard del torace come ombra mediana o ombra cardio-vascolo-mediastinica, comprendente gli ili.

E’ delimitato lateralmente dalle pleure, superiormente dal collo e inferiormente dal diaframma.

Il mediastino, secondo la classificazione di Shields, è diviso in anteriore, medio e posteriore.

Al mediastino anteriore appartengono: timo, tessuto connettivo di sostegno, vasi mammari interni; al medio: cuore e grossi vasi (vene cava e anonime, arco aortico e suoi rami) nervi frenici e vaghi (parte superiore) trachea ed ili polmonari, connettivo di sostegno; al posteriore: esofago, dotto toracico, vene azygos ed emiazygos, nervi vaghi (parte inferiore), linfonodi e connettivo areolare.

Nella radiografia standard in postero-anteriore all’immagine mediastinica si sovrappongono anteriormente lo sterno e posteriormente la colonna dorsale.

La forma del mediastino dipende dalle caratteristiche somatiche del paziente e dal momento respiratorio in cui viene eseguito il radiogramma (inspirazione-espirazione); in genere, in un longitipo è allungato e stretto con un cuore “a goccia”, mentre in un brachitipo è largo ed il cuore è orizzontalizzato.

L’ilo del polmone è formato da vasi venosi e arteriosi, dalle ramificazioni dei bronchi, da strutture nervose, linfatiche e connettivali.

Nella formazione dell’ombra ilare, in condizioni di normalità, contribuiscono quasi esclusivamente i grossi bronchi e soprattutto i vasi, in particolare le arterie polmonari.L’ilo di destra è in posizione più caudale rispetto a quello di sinistra.

martedì 21 novembre 2006

IL POLMONE - PARTE II

Ciascun polmone è avvolto dalla propria membrana sierosa: la pleura, che con i suoi foglietti, parietale e viscerale, vi circoscrive attorno la cavità pleurale.
Il foglietto parietale in alcuni punti si addentra nel parenchima per formare le scissure (grande, presente in entrambi i polmoni, e piccola, presente solo in quello di destra).
Tra le due pleure c’è il cavo pleurico, che è uno spazio virtuale contenente liquido che serve per il loro scorrimento durante gli atti respiratori.
In un radiogramma del polmone, normalmente, la pleura non si riconosce, ad eccezione di quella della piccola scissura in postero-anteriore e delle grandi scissure in latero-laterale.

Nel bambino si vede la pleura parietale a livello della parete toracica laterale.

I lobi anomali dovuti a scissure sovranumerarie sono: quello della vena azygos, il medio di sinistra, il paracardiaco destro e l’apico-dorsale del lobo inferiore riconoscibile in proiezione latero-laterale.

L’aspetto radiologico normale del torace, che è un esame di volume, è costituito da una tonalità di grigio di fondo dovuta al sangue contenuto nel fittissimo intreccio di capillari.

Questo aspetto di base costituisce quella che correntemente è chiamata diafania polmonare. La radiotrasparenza dei polmoni è dovuta alla componente aerea presente in essi.

La radiotrasparenza aumenta con l’inspirazione e diminuisce con l’espirio; inoltre, è minore agli apici e verso gli ili polmonari per aumentare verso i campi medi e le basi.

La trama polmonare è quella struttura opaca che dall’ilo alla periferia si riduce gradualmente fino a scomparire; è data essenzialmente dalle ramificazioni dell’arteria polmonare.

lunedì 20 novembre 2006

IL POLMONE - PARTE I

I polmoni, destro e sinistro, sono accolti nella cavità toracica, occupandone ciascuno la corrispondente parte laterale.

Sono separati tra loro dal mediastino.

La struttura interna del polmone consta di due parti, la parte intrapolmonare dell’albero bronchiale (diramazioni bronchiali) ed il parenchima polmonare; quest’ultimo è formato dai lobuli polmonari in cui si trovano gli alveoli, dove avvengono gli scambi gassosi.

Il polmone di destra è diviso in tre lobi: superiore, medio ed inferiore; quello di sinistra in lobo superiore, inferiore e lingula.

Nel radiogramma eseguito in postero-anteriore, i lobi, che sono separati prevalentemente secondo piani obliqui, si sovrappongono, mentre in quello latero-laterale è più semplice la loro distinzione.

Convenzionalmente il polmone può essere suddiviso: 1) apice: la zona sopra la clavicola; 2) campo polmonare superiore: zona compresa tra la clavicola e la parte anteriore della terza costa; 3) campo polmonare medio: zona compresa tra la parte anteriore della terza costa e quella anteriore della quinta costa; 4) campo polmonare inferiore: zona compresa tra la parte anteriore della quinta costa e l’emidiaframma.

domenica 19 novembre 2006

IL DIAFRAMMA

Il diaframma è una struttura muscolare, che separa il torace dall’addome.

L’emidiaframma di destra è più alto e meno mobile del sinistro per la presenza del fegato sotto di esso.

Inferiormente all’emidiaframma di sinistra possono riconoscersi delle radiotrasparenze dovute alla bolla gastrica e alla flessura splenica del colon.

venerdì 17 novembre 2006

PARTI MOLLI

Le parti molli che sono comprese sul radiogramma standard del torace sono:

a) muscoli: lo sternocleidomastoideo che determina una velatura in regione apico-mediale, il muscolo grande pettorale che vela la parte laterale del campo medio dei polmoni e che è più evidente in pazienti robusti e il muscolo grande dorsale;

b) mammelle e capezzoli, che soprattutto nelle donne possono simulare opacità rotondeggianti;

c) ombre satelliti: sono tenui opacità determinate dalla cute, che danno doppi contorni sul profilo superiore della clavicola, dalla pleura e sul margine inferiore delle prime coste.

giovedì 16 novembre 2006

PARTI SCHELETRICHE - I.2 Altre strutture scheletriche

Nel radiogramma standard del torace sono compresi anche: le clavicole, le scapole e parte degli arti superiori.

Le clavicole interferiscono con la parte superiore dei campi polmonari.

Le scapole, con il loro bordo mediale, possono parzialmente interferire con i margini del torace, ma questo può essere evitato con un buona tecnica di esecuzione della radiografia.

Gli arti superiori sono ai lati dei polmoni, sono rappresentati solo nella loro estremità prossimale e non opacizzano la diafania del torace

mercoledì 15 novembre 2006

PARTI SCHELETRICHE - I.1 Gabbia toracica

La gabbia toracica è costituita posteriormente dalle vertebre dorsali, anteriormente dallo sterno e ai lati dalle coste e dalle cartilagini costali.

Le vertebre dorsali sono dodici e in un radiogramma del torace, ottenuto con pellicole analogiche, si vedono soltanto le prime quattro o cinque.

Lo sterno è composto dal manubrio, dal corpo e dal processo xifoideo e si apprezza unicamente nella proiezione latero-laterale.

Le coste sono dodici paia. Si articolano con le vertebre toraciche e con lo sterno; fanno eccezione le ultime due paia (coste fluttuanti) che non hanno rapporti con lo sterno. L’articolazione con lo sterno avviene tramite un segmento cartilagineo che continua la forma della costa e lo raggiunge direttamente (coste sternali) o indirettamente, fondendosi con la cartilagine della VII costa (coste asternali).

Nella radiografia standard in postero-anteriore del torace i tratti anteriori e posteriori delle coste si incrociano a formare un’interferenza opaca sulla trasparenza del polmone.

martedì 14 novembre 2006

CAPITOLO I

Il torace si estende dal margine inferiore del collo sino agli emidiaframmi.

E’ composto da una parte esterna, ossea e cartilaginea, detta gabbia toracica e da una parte interna costituita dagli organi del torace.

In un’immagine radiologica del torace sono riconoscibili: parti scheletriche, parti molli, il diaframma, il mediastino e i polmoni.

INTRODUZIONE - PARTE 2

Nello studio del torace la risonanza magnetica viene utilizzata solo per controllare l’eventuale infiltrazione parietale dei tumori.

Di recente si è affacciata sul mercato una nuova metodica per lo studio del torace: l’energy subtraction.

Con essa si utilizza ancora il teleradiografo, ma grazie alla sottrazione di energia, si possono ottenere immagini dissociate solo dei tessuti molli e dei segmenti scheletrici, in aggiunta a quella standard del torace.

La sottrazione di energia può essere ottenuta sia con una solo esposizione sia con due esposizioni, interponendo tra un imaging plate e l’altro un filtro di rame.

Il seguente lavoro sulle tecniche di studio del torace con apparecchiatura energy subtraction ha il duplice scopo di illustrare una nuova metodica per lo studio dell’apparato respiratorio e di capire, in quali casi, questa può essere utile per visualizzare meglio determinate patologie o nell’evitare ulteriori esami più dispendiosi e che danno una dose di radiazioni maggiore al paziente.

Nel lavoro viene descritta l’esperienza della radiologia 2 dell’Ospedale San Antonio Abate di Gallarate (VA), dove l’apparecchiatura energy subtraction è presente da circa un anno e mezzo.
Nella nostra casistica vengono analizzati 109 toraci di pazienti provenienti dall’ambulatorio di broncopneumologia; in questo lavoro si è valutato quanto questa metodica sia utile nel migliorare il riconoscimento di noduli polmonari e di identificarne la pertinenza (polmone, tessuti molli, scheletro).

INTRODUZIONE - PARTE 1

L’esame radiologico dell’apparato respiratorio viene attualmente effettuato mediante la radiografia standard (rappresentazione bidimensionale dell’immagine polmonare), con la radioscopia (fornisce informazioni dinamiche degli organi in esame) e con la tomografia computerizzata.

L’ecografia, normalmente, per la presenza di aria all’interno del polmone, non può essere utilizzata nello studio delle patologie di pertinenza toracica.

E’ possibile fare uso degli ultrasuoni per differenziare un versamento massivo da una atelectasia.
La radiografia del torace ha buona risoluzione spaziale, ma ha lo svantaggio della sovrapposizione proiettiva di vari organi.

Nei casi in cui un’opacità si va a proiettare su un segmento scheletrico sorgono problemi di interpretazione per la refertazione. Spesso, infatti, per il radiologo è difficile distinguere la pertinenza propriamente polmonare da quella scheletrica di tale opacità.

La radioscopia, in determinati casi, senza costi aggiuntivi, può essere dirimente, ma con tale metodica si ha un aggravio della dose assorbita dal paziente.

La tomografia computerizzata è in grado di confermare la reale esistenza di un’eventuale opacità, e verificarne la pertinenza (parenchimale, ossea o dei tessuti molli).

Tale metodica ha lo svantaggio di somministrare una dose di radiazioni elevata al paziente.

INDICE

INTRODUZIONE 1

CAPITOLO I:

ANATOMIA RADIOLOGICA DEL TORACE 3

PARTI SCHELETRICHE 3

I.1 Gabbia toracica 3

I.2 Altre strutture scheletriche 4

PARTI MOLLI 4

DIAFRAMMA 5

POLMONE 5

MEDIASTINO 7

CAPITOLO II:

APPARECCHIATURE PER LO STUDIO DEL TORACE 9

IL TELERADIOGRAFO 9

II.1 Sistema analogico 9

II.2 Sistema digitale 12

II.2.1 Sistema CR 14

II.2.2 Sistema DR 16

II.2.2.1 Selenio amorfo 19

ENERGY SUBTRACTION 21

II.3 Doppia esposizione 22

II.4 Singola esposizione 23

II.5 Dual side reading 24

II.6 La console 25

II.7 Rilevazione dell’immagine 26

II.8 Visualizzazione delle immagini 27

II.9 Dose al paziente 29

TOMOGRAFIA COMPUTERIZZATA 30

ALTRE METODICHE 31

CAPITOLO III:

MATERIALI E METODI 33

L’ENERGY SUBTRACTION ALL’OSPEDALE DI GALLARATE 33

III.1 Proiezioni per lo studio del torace 36

III.1.1 Proiezione postero-anteriore 37

III.1.2 Proiezione latero-laterale 37

III.2 Casistica 38

CAPITOLO IV:

LETTERATURA 41

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI 45

BIBLIOGRAFIA 48

RINGRAZIAMENTI

Ringraziamenti particolari al Dottor Federico Fontana per la disponibilità dimostrata e la preziosa collaborazione nella stesura di questo elaborato.

Si ringrazia il Dottor Massimo Paolucci, il Signor Fabrizio Provasi e, in particolar modo, il Signor Giovanni Brunasso per la fornitura di importante materiale di studio.

Si ringrazia il Dottor Oscar Calvenzani per l’aiuto nell’interpretazione delle immagini.

DEDICA

Alla mia famiglia,

alla mia ragazza Raffaella,

agli amici e ai colleghi

che mi hanno incoraggiato

nell’affrontare questa sfida.

Grazie.

COPERTINA

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DELL’INSUBRIA
Facoltà di Medicina e chirurgia



CORSO DI LAUREA IN TECNICHE DI RADIOLOGIA
MEDICA PER IMMAGINI E RADIOTERAPIA






TECNICHE DI STUDIO DEL TORACE
CON APPARECCHIATURA
ENERGY SUBTRACTION







Relatore: Dott. FEDERICO FONTANA



Tesi di laurea di:
SALVATORE PETRENGA
Matricola n. 702642



Anno accademico 2005/2006
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