“Quante radiazioni riceverò per la mammografia?”
Spesso ci siamo sentiti rivolgere questa o simili domande in quanto si sta sviluppando tra le pazienti sottoposte a mammografia una sempre maggior coscienza delle possibili conseguenze delle esposizioni alle radiazioni. Sebbene il rischio per la singola paziente sia basso, il fatto di ripetere negli anni l’esame mammografico influenza significativamente la dose che la paziente riceve durante l’intero arco della vita. E’ quindi corretto fornire alle pazienti una stima della dose assorbita, soprattutto nei casi in cui non sia stata tempestivamente accertata una gravidanza.
Il parametro che stima il rischio radiologico in mammografia è la dose ghiandolare media, intesa
come la dose media assorbita dalla componente ghiandolare del tessuto mammario, nell’ipotesi chela mammella sia opportunamente compressa.
Spesso ci siamo sentiti rivolgere questa o simili domande in quanto si sta sviluppando tra le pazienti sottoposte a mammografia una sempre maggior coscienza delle possibili conseguenze delle esposizioni alle radiazioni. Sebbene il rischio per la singola paziente sia basso, il fatto di ripetere negli anni l’esame mammografico influenza significativamente la dose che la paziente riceve durante l’intero arco della vita. E’ quindi corretto fornire alle pazienti una stima della dose assorbita, soprattutto nei casi in cui non sia stata tempestivamente accertata una gravidanza.
Il parametro che stima il rischio radiologico in mammografia è la dose ghiandolare media, intesa
come la dose media assorbita dalla componente ghiandolare del tessuto mammario, nell’ipotesi chela mammella sia opportunamente compressa.
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